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Modificare uno zoom 18-55 per ottenere splendide foto macro
Mi è recentemente capitato sotto gli occhi un articolo ("Odd ways of macro photography" di Junaed Rahman) secondo cui rimuovendo il primo gruppo di lenti da un semplice zoom 18-55 o similare, si potrebbero ottenere splendide foto macro... così mi sono detto "perchè non provare?"... ho estratto dalla scatola delle meraviglie un Nikon AF-S DX 18-55mm f/3.5-5.6G II con la messa a fuoco non funzionante, qualche semplice attrezzo... ed ho cominciato a lavorare... del 29-01-2014 (ultimo aggiornamento 29-01-2014)
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La vittima
sacrificale -
Innanzitutto serve un'ottica economica da modificare; generalmente uno zoom grandangolo-mediotele da kit (18-55 o 28-80 vanno benissimo). Non è necessario che l'ottica sia funzionante, soprattutto la messa a fuoco (queste ottiche hanno il primo gruppo di lenti dedicato alla messa a fuoco... è il gruppo da rimuovere, quindi anche se è bloccato o rotto non è un problema); l'importante è che la baionetta sia integra e, possibilmente, lo zoom funzionante.
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Prima di iniziare
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Prima di iniziare
Per questo lavoro servono solo alcuni semplici attrezzi:
- un cutter a lama piccola o un piccolo cacciavite a punta piatta;
- un paio di forbici (che verranno utilizzate in modo non propriamente consono);
- un piccolo cacciavite con punta a croce (molto piccola).
Una piccola ricerca su internet per trovare un manuale di riparazione potrebbe essere molto utile per evitare di smontare pezzi non necessari; nel mio caso ho trovato il manuale del Nikon 18-55 prima versione (qui)... meglio di niente. -
Da una ricerca più estesa sul web ho trovato altri siti interessanti:
- lens-club.ru - una collezione di documenti, recensioni ed articoli su ottiche di ogni marca (in russo).
- forum.manualfocus.org - un forum con discussioni su come usare e riparare vecchie ottiche manuali.
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Fase 1
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Fase 1
Il manuale di riparazione è risultato immediatamente utile... l'ottica a prima vista sembra non avere viti se non nella parte posteriore. Per accedere al meccanismo di ritenzione della prima lente bisogna rimuovere l'anello di copertura (quello che riporta la marca e il modello dell'ottica). L'anello è fissato con del semplice adesivo, quindi basta infilare la punta di un cutter o di un piccolo cacciavite fra l'anello e la lente per provocarne il distaccamento.
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Fase 2
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Fase 2
A questo punto è visibile il meccanismo di ritenzione delle lenti frontali.
Nella prima serie del 18-55 il gruppo è fissato con quattro semplici viti... una volta rimosse, il gioco è fatto.
Nella seconda serie del 18-55 il gruppo è avvitato nella stessa filettatura che permette il montaggio dei filtri. In questo caso la copertura ha rivelato due piccoli fori diametralmente opposti; questi fori servono per innestare l'apposito attrezzo che serve per svitare il gruppo lenti... purtroppo non è così semplice reperire questo attrezzo. Di necessità virtù... utilizzando un paio di forbici (come da foto) è possibile fare presa nei fori per svitare il gruppo lenti.
Nella quasi totalità delle ottiche economiche il primo gruppo di lenti è fissato in uno di questi due modi con solamente lievi differenze. -
In questa fase consiglio l'utilizzo di guanti o altro per proteggere la mano che regge l'ottica... le vostre falangi ve ne saranno estremamente grate.
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Fine
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Termine
Rimosso il primo gruppo di lenti, il gioco è fatto!
Consiglio di avvitare un filtro di protezione così da evitare che impurità entrino nell'ottica che risulta ora completamente aperta.
A questo punto si può cominciare a fotografare! -
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PRO
- Soluzione estrememente economica.
- Maggiore qualità rispetto ad altre soluzioni economiche.
- Mantenimento del controllo del diaframma automatico.
- Possibilità di variare il rapporto di riproduzione.
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CONTRO
- Perdita della messsa a fuoco automatica e della messa a fuoco a distanze superiori ad alcuni centimetri.
- Necessita di un minimo di manualità per la realizzazione.
- L'obiettivo viene modificato definitivamente (o quasi). -
Conclusioni
Devo dire che i risultati che ho ottenuto sono veramente strabilianti; sicuramente un'ottica macro dedicata sarebbe più flessibile e probabilmente di migliore qualità, ma questo approccio mi ha permesso di ottenere immagini che neppure un ottica dedicata potrebbe raggiungere (senza l'utilizzo di ulteriori accessori come duplicatori o tubi di prolunga). La nitidezza rimane buona su tutto il campo inquadrato, cosa che non succede utilizzando filtri close-up o ottiche in posizione invertita dove si manifestano cali di nitidezza ed aberrazioni ai bordi.
Lo svantaggio principale è la perdita della messa a fuoco alle "lunghe" distanze (esattamente come l'utilizzo di ottiche in posizione invertita), ma la presenza dello zoom permette di variare leggermente la distanza di messa a fuoco e quindi il rapporto di riproduzione (area inquadrata). Da alcune veloci prove, con questa configurazione, si riesce a raggiungere un rapporto di riproduzione indicativamente di 1:2 a 18mm e 2:1 a 55mm... risultato di tutto rispetto. Ulteriore vantaggio che si ottiene è la possibilità di controllare il diaframma, mantenendo tutte le funzioni esposimetriche della macchina. -
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